Matematico russo. Compiuti gli studi presso l'università di Kazan
seguì i corsi di Bartels ottenendo nel 1811 il diploma di licenza su
discussione di una tesi di meccanica celeste. All'ipotesi spaziale di Kant ne
oppose un'altra in cui affermava la relatività della nostra nozione di
spazio, fondandosi sulla verità scientifica ricavata dall'esperienza
piuttosto che sulla meditazione metafisica. "I primi dati", scriveva nei
Nuovi principi di geometria "saranno indubbiamente i concetti da noi
acquisiti dalla natura per mezzo dei sensi; la ragione può e deve ridurli
al più piccolo numero possibile in quanto serviranno in seguito da solide
basi alla scienza". In conformità con le premesse, egli enunciò
l'assioma:
per un punto si possono tracciare più parallele a una retta
data; poi, pur conservando gli altri assiomi principali dell'antica
geometria,
L. ne trasse una serie di conclusioni logiche e concatenate
costituenti la
geometria non euclidea. Tali nuovi punti di vista (di cui
il matematico russo non ebbe la soddisfazione di assistere al trionfo) furono
diffusi e acquisiti in tutta Europa (Makar'ev 1793 - Kazan' 1856).